di Emanuele Mascolo
III parte
11 dicembre 2013
violenza-donne
C’è voluto un termine straniero per arrivare a perseguire in Italia il femminicidio, non bastava il termine PERSECUZIONE? …
È questo un passaggio di una rappresentazione teatrale alla quale ho assistito il 25 novembre, giornata mondiale contro la violenza sulle donne.
Passaggio che mi ha molto colpito e che credo sia utile per riflettere: si parlava di Santa, una ragazza di Palo del Colle (BA) di soli 23 anni la quale verrà colpita mortalmente dal un giovane sotto il portone di casa.
Spesso quando si parla di violenza sulle donne, si parla di violenza di genere, nella cui definizione, rientra anche la violenza contro un minore, ugualmente e in vario genere oggi diffusa, purtroppo.
Tale tipo di violenza, pone l’accento sull’approccio, tassativamente sessuale della violenza, il voler predominare dell’ uomo sulla donna, usandole violenza fisica e atrocemente morale perché tenta di annullare la figura femminile.
La violenza sulle donne è stata definita già nel 1933, come “qualsiasi atto di violenza per motivi di genere che provochi o possa verosimilmente provocare danno fisico, sessuale o psicologico, comprese le minacce di violenza, la coercizione o privazione arbitraria della libertà personale, sia nella vita pubblica che privata.”[1]
Nella violenza di genere può certamente farsi rientrare la violenza domestica (abusi sessuali,delitti di onore, uxoricidi – di cui nell’ordine ci occuperemo a seguire – ) spesso commessi all’interno del nucleo familiare da parenti e, in altri casi, da conoscenti.
Rientra certamente nelle violenze di genere il femminicidio che nel modo più semplice possibile in questa rubrica abbiamo cercato di riportare all’attenzione dei lettori evidenziando anche alcuni aspetti storico – giurisprudenziali.
Articoli correlati: Prima Parte, Seconda Parte, Conferenza: La violenza nella relazione di coppia
[1] Dichiarazione sull’eliminazione della violenza contro le donne, art.1.